Dentro di me



Forse non dovrei dirlo.

Tanti anni fa mi ero ripromessa di essere felice. Spudoratamente felice, senza se e senza ma, lontana da paranoie, senza frustrazioni  e con tanta libertà.
Libertà di testa e libertà di pensiero, libertà e basta.
Però oggi non riesco.
Sono appesantita.
Ho sempre sentito la mancanza della mia famiglia.
Una famiglia moralmente ed, al bisogno, economicamente presente...sempre.
Ma fisicamente lontana.
Ed ecco che, forse, anche da questa carenza, è nata in me la voglia di una grande famiglia, tutta mia!
Un marito, quattro figlə, cinque cani, un gatto...tanta voglia di caos intorno, di  frenesia, di cose da fare, di compiti da assolvere, problemi da risolvere...e tanta voglia di socialità fuori.
Ma poi socialità...
La socialità all'interno delle proprie mura domestiche forse...perché al di fuori sento comunque lo stesso silenzio.
Amicizie si, amicizie no, amicizie poche, amicizie che ci sono, amicizie che non ci sono, amicizie che vanno e che vengono, che tornano, che chiedono scusa, ripartono e arrivano di nuovo...che vengono da me per svuotare il loro sacco e dopo aver riempito il mio, spariscono un'altra volta.
E poi, quello... quello che fa da sempre male...
Esco, porto fuori i bambini, a scuola o a catechismo...e vedo altre mamme come me, coi passeggini... e con le loro mamme o suocere, sorelle o amiche a fianco... che amabilmente parlano,ridono, vanno a fare la spesa, vanno a fare un giro al mercato.
E non si sentono sole.
Avrei tante di quelle cose di cui sfogarmi ultimamente... tante di quelle cose da raccontare...per alleggerire un po' anche il mio, di sacco.
Da maggio ad adesso la mia vita è stata un continuo turbinio di emozioni.
Emozioni molto intense...le più svariate.
Speranze, paure, vissuti davvero tosti di cui non ho lasciato trapelare nulla...perché, si sa, di una mamma bisogna sempre solo vedere la forza.
Così, tante preoccupazioni nel cuore e tante cose di cui vorrei sfogarmi, confrontarmi e invece sono qua, sola.
E rigiro gli attimi su me stessa.
Ogni volta le stesse emozioni... e vado avanti così, in un loop fatto di mancanze emotive che non riesco ancora a colmare.
A 42 anni questa cosa comincia a far male e  per quanto cerchi di mantenere "gli equilibri interiori"...parliamoci chiaro...non sono il Buddha!!!
E non è un silenzio che scompare grazie alla compagnia allegra ed esultante dei figli...né del marito che ritorna a casa tardi, stanco, la sera.
È qualcosa di più viscerale, di antico, di atavico quasi...che manca e che so, mancherà.
Spero solo che un giorno miə figlə possano non provare questo sentimento.
Spero che portando avanti la loro complicità ed amicizia, un domani, nella vita, siano sempre disponibili e vicinə.
Spero che si vedano nei fine settimana, che si vivano... spero che loro figlə possano crescere insieme e diventare quella enorme grande famiglia che io ho sempre sognato.
Arrivavo da una famiglia così... e pensavo che sarebbe stato per sempre.
Ma quando sono venutə a mancare il nonno prima e la nonna poi, l'unione, i ritrovi, le visite... e anche l'allegria, sono andati piano piano a diminuire.
Ho cercato fino adesso di mantenere vive queste emozioni.
Ho cercato di fare gruppo, di creare la festa sempre, con un pretesto o con un altro...
Ma oggi sono stanca.
Non so se queste mie righe verranno lette da qualcuno, non so se a qualcuno farà riflettere o se semplicemente qualcuno si offenderá.
Non importa.
Di quello che scrivo, di quello che dico, di quello che registro o posto non importa molto...perché, poco o tanto, tutto sommato, mi si vive dal vivo...quindi,che bisogno c'è di leggermi altrove, su blog o social?
Ma a volte in verità, c'è molto più da vedere in una registrazione, in un progetto, in una speranza per il domani o in uno sfogo...che non guardando negli occhi quella persona.
Forse perché attraverso uno schermo, attraverso le righe, a volte, riusciamo a essere più sinceri, e chi vuole può affrontare e poi risolvere il suo problema.
Ma obiettivamente non so neanche quanto piglio possano avere queste mie parole.
Le lascerò solo così...
Come foglie che cadono al vento alla fine dell'autunno...in attesa di essere di nuovo coperte da un bianco manto invernale.
E scrivo per me.

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