Ansia ed attacchi di panico


 

Tutti sperimentiamo l'ansia almeno una volta nella nostra vita...ma mentre ne parliamo,sappiamo a cosa ci riferiamo? Questo mostro è uno stato emotivo associato a paura esagerata di una situazione. Viviamo un'amplificata sensazione di pericolo in grado di complicare la vita di una persona che può cominciare ad avvertire nervosismo perenne,mancanza di fiato, propensione al pianto ed alla disperazione, insonnia,tachicardia, dolore allo stomaco,sudorazione e formicolio agli arti e così via.

Insieme all'ansia molto spesso arrivano anche gli attacchi di  panico, molto diffusi oggigiorno, soprattutto tra i giovani: pare che circa il 30% della popolazione ne soffre o ne soffrirà, almeno una volta nella vita.
Forse è più incline chi ha una predisposizione genetica all’ansia, o chi ha subito un trauma,una perdita o più semplicemente chi è carico di stress. Tendenzialmente l'attacco di panico dura mezz'ora:la persona vive un senso di paura, terrore, catastrofe imminente e può  entrare in uno stato neurovegetativo fino a vivere quel momento come se fosse lontano e altro da sé.
Durante l'attacco di panico si possono avere tachicardia,brividi e poi vampate,forti tremori e scosse,senzazionevdi soffocamento, parestesia,nausea,senso di svenimento e senso di terrore e paura della fine.
Se vi è mai capitato di stare vicino a qualcuno con un attacco di panico ,specie la prima volta, sarete presi da altalenanti stati emotivi inerenti alla situazione presente. Crederete che il soggetto vi stia prendendo in giro,che stia recitando per portare l'attenzione su di sé...poi vi renderete conto che non è così, che quella persona sta inequivocabilmente male e cercherete in tutti i modi di starle accanto tirandola su.
Non credo e non ritengo che esista una giusta formula per accogliere questo momento ma sicuramente possiamo " partire col piede giusto" : non attaccare il soggetto( anche se la paura potrebbe portarci a farlo), non cercare di stimolarlo con forza e/o urla,poiché ess* già sta vivendo un profondo momento di devastazione personale. Nella mia esperienza ciò che,alla lunga ,può essere utile è stare fisicamente vicino alla persona coinvolta e cercare di parlare con ess* facendo tirare fuori lentamente il mostro che in quel momento l'attanaglia. Cercare di fargli dare una forma, chiamarlo per nome...fino ad arrivare a far riuscire il soggetto a prenderlo a guinzaglio. Una volta poi che la prima ondata è passata bisogna prender le fila del discorso con l'interessat* ed invitarl* ad un percorso di raffronto e cura che,a seconda di cosa deciderà il terapeuta potrà essere meramente dialogativo o magari anche supportato a livello farmacologico. Qualunque sia il caso che voi o il vostro caro state vivendo non temete e non aspettate a chiedere aiuto...poiché la vita è un dono fantastico di cui non sempre vediamo i colori...e quando questo succede...be' dobbiamo usare tutti i supporti migliori,per tornare ad ammirarli!

A te che sei parte di me...ora e sempre vicino al tuo cuore.❤

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